Durante il Cammino di Santiago a molti pellegrini sarà capitato di assistere al rito della preparazione della “Queimada” durante il loro pellegrinare nelle terre galiziane.
La prima volta che ho visto il rito della preparazione della “Queimada” è stato in una località periferica della città di Santiago de Compostela, in una specie di agriturismo, dove si esibivano dei bravi suonatori di gaite galiziane.
Il luogo dove si esibivano i gaiteros (suonatori di cornamuse galiziane) era molto caratteristico: sembrava la casa nel bosco delle fiabe di Hänsel e Gretel nel racconto dei fratelli Grimm.
In Galizia ogni momento è giusto per preparare una Queimada.
Assistere, poi, alla preparazione della Queimada durante la sera del solstizio dell’estate e della festa di San Xoán (San Giovanni), il 24 di giugno, ed assistere ai festeggiamenti, ai fuochi pirotecnici ed ai falò di questi due eventi sulle spiagge galiziane sono momenti da ricordare per moltissimo tempo.
LA QUEIMADA PIU’ GRANDE DELLA GALIZIA
Il 14 agosto del 2018 è una data da ricordare per gli amanti della Queimada.
Nel comune di Portonovo (Pontevedra), infatti, una delle più grandi “Queimadas” della Galizia è stata creata con 1.500 litri di aguardiente (grappa galiziana), a ritmo di gaitas (le cornamuse galiziane), ed alla presenza di più di tremila persone, durante le celebrazioni della festa di San Rocco.
ORIGINI STORICHE DELL’ AGUARDIENTE E DELLA QUEIMADA
Le origini certe della Queimada sono sconosciute.
Erroneamente viene attribuita ai Celti la creazione della Queimada.
Purtroppo per chi racconta questa bugia storica le antiche popolazioni celtiche della Galizia non potevano conoscere l’arte della distillazione dell’ “aguardiente” (in italiano grappa).
Le origini accertate dell’ “aguardiente” nell’attuale penisola iberica sono da ricercarsi in epoca medievale, intorno ai secoli XII e XIII, grazie all’utilizzo dell’alambicco, strumento indispensabile per la distillazione della grappa in Galizia, e l’introduzione dello zucchero ad opera degli arabi.
I Celti anche se non conoscevano la materia prima utilizzata per realizzare la Queimada però conoscevano l’arte della fermentazione grazie alla quale creavano un’altra bevanda alcolica chiamata idromele o bevanda degli dei.
L’idromele era una bevanda di tipo alcolico che si ricavava dalla fermentazione del miele e che veniva considerata nella cultura norrena (scandinava vichinga) la bevanda preferita e consumata dai re, dagli dei, dal dio Odino e da molte altre creature mitologiche.
La Queimada storicamente veniva creata e consumata fra tutti i commensali per scacciare la paura delle streghe (o meigas in galiziano).
Secondo la consuetudine della preparazione della bevanda per cacciare le streghe con la Queimada occorre seguire un rituale pagano, oggi diventato tradizionale, sociale e in molti casi goliardico, da celebrare in lingua galiziana, che richiama nel rito i quattro elementi primordiali:
- il fuoco;
- la terra;
- l’aria;
- l’acqua.
Occorre ricordare che uno degli elementi fondamentali per fare la Queimada, vale a dire, la grappa artigianale è stata utilizzata per molto tempo presso le popolazioni rurali della Galizia come medicina per curare alcune malattie dell’apparato respiratorio.
LA RICETTA DELLA QUEIMADA GALIZIANA
Queimada galiziana
Ingredienti
- 1 litro di grappa
- 200 grammi di zucchero
- 1 buccia di un limone o una buccia di un'arancia tagliata a strisce
- 1 pugno di chicchi interi di caffè
Istruzioni
- Mettete una ciotola capiente di terracotta per fare la Queimada o un recipiente simile che resiste al calore su un tavolo;
- Procuratevi un mestolo di terracotta o di materiale che resista al calore per utilizzarlo per mescolare la grappa per preparare la Queimada.
- Mettete tutti gli ingredienti per fare la Queimada sul tavolo per poterli utilizzare;
- Versate nel recipiente per fare la Queimada un litro di grappa e 170 grammi di zucchero;
- Conserviamo 30 grammi di zucchero che ci rimangono per utilizzarli in seguito;
- Mettiamo ed immergiamo nel recipiente della Queimada, dove abbiamo messo i 170 grammi di zucchero ed il litro di grappa, la buccia del limone o dell'arancia che abbiamo tagliato a strisce.
- Ora utilizziamo il mestolo di terracotta della Queimada e con esso prendiamo dalla ciotola un poco di grappa.
- Nella coppa del mestolo della Queimada pieno di grappa versiamo i 30 grammi di zucchero che abbiamo messo da parte e con un accendino diamo fuoco alla grappa presente nel mestolo.
- Quando la grappa presente nel mestolo della Queimada ha preso fuoco avviciniamo il mestolo al recipiente in terracotta che contiene la grappa e facciamo cadere la grappa con le fiamme del mestolo nell'altra grappa presente nel contenitore.
- A questo punto tutta la grappa del contenitore in terracotta della Queimada dovrebbe essere fiammeggiante.
- Ora la persona esperta solleva la coppa del mestolo della Queimada e fa ricadere la grappa calda dal mestolo nel contenitore più volte facendo attenzione a non bruciarsi seguendo il rito della Queimada con maestrìa e bravura.
- Dopo aver effettuato tre o più colpi esperti di mestolo con prelievi di grappa e fiamme e ricadute nel contenitore occorre riporre il mestolo vuoto in posizione sicura e aggiungere alla Queimada il pugno di chicchi di caffè.
- Ora facendo attenzione a non scottarci, dobbiamo continuare a girare la grappa con le fiamme nel contenitore della Queimada.
- Il tempo per terminare il rito è personale. Ricordiamoci però che più aspettiamo e più rigiriamo la Queimada più riduciamo il contenuto alcolico della bevanda poiché l'alcol viene consumato con le fiamme.
- Quando abbiamo deciso di fermarci, procuriamoci un coperchio per spegnere le fiamme della Queimada e serviamo.
- Mi raccomando servite la Queimada ancora calda ai vostri amici nei contenitori in terracotta tradizionali o in recipienti simili che siano resistenti al calore. Buona degustazione.
Note