La scoperta della tomba di Santiago tra leggenda e storia

Nella metà del I° secolo d. C. dal porto di Jaffa (Oggi Haifa), in Palestina,  partì una piccola imbarcazione che prese la direzione dell’attuale territorio della Galizia, nel nord della  Spagna.

L’equipaggio di questa piccola nave era costituito da Atanasio e Teodoro, i due discepoli più fidati di Santiago,  che trasportarono, in gran segreto, i resti mortali di San Giacomo, martire del cristianesimo per aver professato la fede cattolica intorno al 44 d. C.

Dopo 7 sette giorni di viaggio, Atanasio e Teodoro approdati sulle coste della Galizia  raggiunsero l’antico porto romano di Iria Flavia, un centro abitato vicino al  paese dell’attuale Padrón, e nelle zone interne, in un bosco, sulla collina del Libredón vi seppellirono i resti mortali  dell’apostolo Santiago.

Poi i ricordi dei resti mortali di Santiago  si persero per molti secoli, fino a quando, secondo la leggenda, nell’813 l’anacoreta Pelayo (Pelagio) vide sulla collina del Libredón delle luci a forma di stelle splendenti che indicavano il punto esatto in cui erano sepolti i resti mortali di Santiago, il famoso Campus Stellae (Compostela).

Nel luogo del ritrovamento della tomba di Santiago, in un piccolo tempio romano,  il vescovo Teodomiro di Iria Flavia trovò le tombe e i resti di tre corpi, uno dei quali decapitato, e la scritta su una lastra di marmo: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomè“.

Per il vescovo Teodomiro di Iria Flavia la tomba centrale conteneva i resti di San Giacomo, apostolo di Gesù, morto decapitato a Gerusalemme per volontà di  re Erode Agrippa I, e le altre due tombe erano di Atanasio e di Teodoro.

A seguito della scoperta della tomba di Santiago, re Alfonso II, il Casto, re delle Asturie e della Galizia, fece edificare una prima costruzione religiosa intorno all’antica costruzione romana dov’erano stati scoperti i resti di San Giacomo e fece insediare una comunità di monaci benedettini nel Convento di San Paio de Antealtares.

Nel 1075, il vescovo Diego de Peláez, nell’anno del regno di Alfonso VI,  visto il grande afflusso di pellegrini che giungevano nell’antica Compostela fece costruire una basilica.

A ricordo  dell’inizio dei lavori della basilica, nell’attuale cattedrale di Santiago, all’entrata della cappella del Salvatore, sono ancora conservati in ottimo stato e visibili due capitelli in cui sono scolpite le figure di re Alfonso VI e del vescovo Diego de Peláez.

Oggi i resti mortali dell’apostolo Santiago sono custoditi nella cripta collocata sotto l’altare maggiore della cattedrale.